Descrizione
Il progetto Sassi Turchini nasce e si sviluppa all’interno dell’AVGE (Associazione Volontari Gruppo Elba) di Bagno a Ripoli, nata per opera di Don Andrea Faberi nel 1977.
I ragazzi dell’associazione, che da anni operano sul territorio elbano, si pongono come obiettivo quello di organizzare esperienze di vita comunitaria tra giovani e disabili, rinnovando nel tempo l’impegno che ogni estate li porta su quel tratto di costa.
Se l’obiettivo è quello di creare occasioni di interazione tra giovani, l’esigenza dell’associazione diviene progressivamente quella di ricercare una maggiore stanzialità. Da qui l’idea, nata nel 2001, di una casa vacanze a Sassi Turchini.
Grazie agli sforzi di un gruppo di giovani professionisti volontari e grazie al coinvolgimento di importanti istituzioni locali (comuni di Porto Azzurro e Bagno a Ripoli), Regione Toscana, il progetto prende vita e la struttura viene finalmente inaugurata: l’Isola d’Elba, l’isola dell’associazione dal 1990, diventa pienamente accessibile con una propria struttura dedicata al turismo con necessità particolari.
Dal 2011 turismo e aggregazione a Sassi Turchini si tengono per mano e le differenze sono trasformate in risorse.
L’idea di fondo su cui si regge l’intera struttura di Sassi Turchini è che, da un’esperienza comunitaria sull’isola, possa nascere molto. In questo senso l’Elba e la stessa struttura ricettiva diventano l’emblema di un progetto più ampio, che è quello di coinvolgere persone con disabilità o con altre forme di svantaggio sociale in un contesto che prima di tutto sia bello e che, inoltre, permetta ai giovani ospiti di Sassi Turchini di sviluppare forme inedite d’interazione, tra di loro, con le meraviglie paesaggistiche, con la modernità della struttura.
Le scelte compiute dall’Associazione Volontari Gruppo Elba, quindi, hanno sempre ricercato una coerenza col principio della piena accessibilità, che non va intesa come mero abbattimento delle barriere architettoniche, bensì come qualcosa di più ampio.
A Sassi Turchini sono le barriere del pregiudizio e dell’indifferenza che vengono abbattute, così come quelle del turismo tradizionale, che riteneva impensabile ricreare nel cuore dell’arcipelago toscano una struttura ricettiva così innovativa e interamente dedicata al al turismo sociale.